Rime varie (Alfieri, 1903)/CLXXXIII. Candido cor che in sul bel labro stai

CLXXXIII (1786). Candido cor, che in sul bel labro stai

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CLXXXIII (1786). Candido cor, che in sul bel labro stai
CLXXXII. L'idioma gentil sonante e puro CLXXXIV. Piacemi almen che nel vagar mio primo

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CLXXXIII (1786).

Candido cor, che in sul bel labro stai
Di quella schietta che il mio tutto io chiamo;
Per te, più sempre che me stesso io l’amo;
Tu più m’incendi, che i suoi negri rai.

Chi di beltà, chi di lusinghe, e assai
Colti son d’arti e di menzogne all’amo:
Non io; che in prova, libertà non bramo;
E l’anno è il nono de’ miei lacci omai.

Un dirmi ognor soavemente il vero,
Ancor che spiaccia; ed a vicenda, un breve
Sdegno in udirlo, indi un perdon sincero;

Un profondo sentire in sermon lieve;
Infra il lezzo del mondo animo intero:
Bei pregi, a cui servir non fia mai greve.