Rime varie (Alfieri, 1903)/CCLXXIV. Già il feretro e la Lapida e la Vita

CCLXXIV (1798). Già il ferétro, e la Lapida, e la Vita

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CCLXXIV (1798). Già il ferétro, e la Lapida, e la Vita
CCLXXIII. Povero e quasi anco indigente or vuoi CCLXXV. Non t'è mai Patria, no, il tuo suol paterno

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CCLXXIV (1798).

Già il ferétro, e la Lapida, e la Vita
Che scritta resti, preparando io stommi;
Nè inaspettata sopraggiunger puommi
Omai Colei, ch’ogni indugiare irríta.

La schiavesca Tirannide inaudita,
Che tutti schiaccia al par minimi e sommi,
Di ciò ringrazio, che il poter lasciommi
Di furarle almen una anima ardita.

Ma non inulta l’Ombra mia, nè muta,
Starassi, no: fia dei Tiranni scempio
La sempre viva mia voce temuta.

Nè lunge molto al mio cessar, d’ogni empio
Veggio la vil possanza al suol caduta,
Me forse altrui di liber’uomo Esempio.