Giovanni Prati
Olindo Malagodi
1876
Indice:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu
sonetti
Qualunque rosa ancora
Intestazione
23 luglio 2020
25%
Da definire
<dc:title> Qualunque rosa ancora </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Prati</dc:creator>
<dc:date>1876</dc:date>
<dc:subject>sonetti</dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation>Indice:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu</dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Qualunque_rosa_ancora&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20200804230751</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Qualunque_rosa_ancora&oldid=-
20200804230751
Qualunque rosa ancora Giovanni Prati1876Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu
[p. 210 modifica]
Quest’è principio di giornate infide:
freddo mugola il vento a ritta e a manca;
su la punta del tetto il corvo strillo;
per neve il gelso del cortil s’imbianca.
N’hai tedio od ira? Eh, via! non batter l’anca,
né giocondar gli dèi con le tue sfide :
da corruccio serbiam l’anima franca,
sin che il falerno nel bicchier ci ride.
Beviam, candido amico. E poiché l’ora
non si ripiglia, e, come a le colline,
la neve il capo a noi pur anco infiora,
beviam, se non al corvo cd a le brine,
a qualche rosa che ci splende ancora,
mista a le nevi che portiam sul crine.