Poesie (Campanella, 1938)/Scelta di alcune poesie di Settimontano Squilla/35. Che 'l principe tristo non è mente della repubblica sua

35. Che 'l principe tristo non è mente della repubblica sua

../34. Che la malizia in questa vita e e nell'altra ancora è danno, e che la bontà bea qua e là ../36. Agli italiani che attendono a poetar con le favole greche IncludiIntestazione 21 luglio 2022 75% Da definire

35. Che 'l principe tristo non è mente della repubblica sua
Scelta di alcune poesie di Settimontano Squilla - 34. Che la malizia in questa vita e e nell'altra ancora è danno, e che la bontà bea qua e là Scelta di alcune poesie di Settimontano Squilla - 36. Agli italiani che attendono a poetar con le favole greche

[p. 84 modifica] [p. 85 modifica]

36

Agl’italiani che attendono a poetar
con le favole greche

madrigale 1

Grecia, tre spanne di mar, che di terra
cinto, superbia non potea mostrare,
solcò per l’aureo vello conquistare
e Troia con piú inganni e poca guerra;
poi tutto ’l mondo atterra
di favole, e di lui succhia ogni laude.
Ma Italia, che l’applaude,
contra se stessa e contra Dio quant’erra! 1
Ella, che mari e terra senza fraude,
con senno ed armi in tutto il mondo ottenne,
e del cielo alle chiavi 2alfin pervenne!

1. Si duole l’autore che gli italiani cantano le bugie de’ greci, e non le sue veritadi. Non cantano gli greci altro che l’impresa dell’aureo vello e di Troia con falsitá.

2. Le chiavi di san Piero in Roma: che, dopo essere stata padrona del mondo terreno, si stima ora esser del celeste.

madrigale 2

Cristoforo Colombo, audace ingegno,
fa fra due mondi a Cesare ed a Cristo
ponte, e dell’Oceano immenso acquisto.
Vince di matematici il ritegno,
de’ poeti il disegno,
de’ fisici e teologi,
e le prove d’Ercol, Nettunno e Giove.
E pur vil Tifi 1in ciel gli usurpa il regno

[p. 86 modifica]

né par che a tanto eroe visto aver giove
e corso piú con la corporea salma,
che col pensier veloce altri dell’alma 2.

1. Tifi fu quel nocchiere famoso degli argonauti, che andâro al vello d’oro.

2. Piú vide Cristofano Colombo, genovese, con gli occhi, e piú col corpo corse, che non fecero gli poeti, filosofi e teologi, Augustino e Lattanzio con la mente, che negâro l'antipodi.

madrigale 3

A un nuovo mondo dái nome, Americo1,
nato nel nido de’ scrittori illustri 2,
che tue, vie piú che gli altri, adorni e illustri;
né pur poeta hai di tua gloria amico.
Che ’l favoloso intrico
de’ falsi greci dèi e mentiti eroi
tutti gli ha fatti suoi.
Caton predisse questo velo antico
che Grecia oppone, o Italia, agli occhi tuoi3,
che assicura gli barbari a predarne
l’arme, la gloria, lo spirto e la carne.

1. Americo Vespucci, fiorentino, dopo Colombo navigò e scoperse tutta la terra ferma del nuovo mondo, e la chiamò America da sé.

2. Firenze è nido di scrittori acuti ed industriosi poeti, oratori, filosofi, ecc.

3. Caton predisse che Grecia con sue fallacie, come Plinio narra, avea a rovinar l’Europa.

madrigale 4

I gran dottor della legislatura
Giano, Saturno, Pitagora e Numa,
Vertunno, Lucumon, la dea di Cuma,
Timeo 1, e altri infiniti chi gli oscura?

[p. 87 modifica]

Italia, sepoltura
de’ lumi suoi, d’esterni candeliere;
ond’oggi ancor non chiere
il Consentin 2, splendor della natura,
per amor d’un Schiavone; e sempre fere
con nuovi affanni quel 3di cui l’aurora
gli antichi occupa, e Stilo ingrato onora.

1. Nomina i legislatori d’Italia e gli filosofi antichi.

2. Il Telesio proibito fu per invidia d’alcuni, «donec expurgetur», ecc.

3. Sono piú che venti anni che sempre è travagliato esso autore da invidi, con carceri e persecuzioni, per ben fare a chi non merita e pe’ peccati suoi ancora. Egli è da Stilo, cittá di Calabria, a cui, ecc.

madrigale 5

Privata invidia e d’interessi infetta
Italia mia; né di servir si smaga
chi d’ignoranza e discordia la paga,
e la propria salute le ha interdetta:
virtú ascosta e negletta
a te medesma, e nota a tutto ’l mondo
sotto ’l bello e giocondo
latino imperio, che di gente eletta
fu in lettere ed in arme piú fecondo
che l’universo tutto quanto insieme
con veritá, ch’or sotto il falso geme.

madrigale 6

Locri, Tarento, Sibari e Crotone,
Sannio, Capua, Firenze, Reggio e Chiuse,
Genova e l’altre, di gloria deluse,
fa da sé ognuna a Grecia paragone;

[p. 88 modifica]

Roma no, che s’oppone
a tutto ’l mondo insieme, a tutte cose;
ma pur le favolose
o vere laudi greche a sé pospone
Venezia, onor di virgini e di spose:
nuota in mar, rugge in terra, e vola in cielo,
pesce, leon alato col Vangelo.

Mostra che ogni cittá di queste si può agguagliare a tutta Grecia, e Roma al mondo. Chi sa le istorie, ne giudichi. Dice che Venezia pure lascia dietro a sé tutte le laudi di Grecia per virtú politica, le armi e dottrine, e per essere miraculosa: ch’è pesce in mare, rugge in terra come leone, e fa l’insegna del leon di san Marco, e tiene il Vangelo, che illumina il mondo.

madrigale 7

Ercole e Giove rubba e gli altri dèi
Grecia e lor gesti d’Assiria e d’Egitto:
e poi l’imprese e nomi anc’have ascritto
a vil Tebani, Cretensi ed Achei.
Tu, che verace sei,
Platon, ciò affermi; e le scienze, ch’ella
falsamente sue appella,
confusi i tempi, e l’istorie da lei
falsificate ammira; e sé novella
mentir non dubbia aver principio e nome
dato alle genti di canute chiome.

Ercole fu libico, dico l’eroe; Giove fu assirio, e gli greci se gli usurpano a sé, facendogli di Tebe e di Candia; cosí gli altri dèi ecc. Platone dice: «Graeci, semper estis pueri», ecc. E che sono novelli, e si fanno autori del mondo; che Pirra e Deucalione, ecc. Questi furono Noè e Rea, ecc. Mira le storie greche fallaci. «Quicquid Graecia mendax audet in historiis», ecc., dice Giovenale. Chi legge sa quanto gli greci hanno rovinato il mondo con le favole loro. Dalle Antichitá di Gioseppe si corregge la perversitá de’ greci ecc.

[p. 89 modifica]

madrigale 8

Se l’altre nazion, con piú vergogna
spesso Italia a tal favole soscrisse;
cui leggi ed arti e sacrifici disse
Noè, che Giano fu senza menzogna.
Chi piú intender agogna,
sien Fabi o Scipi o altri, ecco una sola
romulea famigliola,
di numero e virtude a quanti sogna
eroi Grecia cantando sopravola.
Generosi Latini, i vostri esempi
sien vostra téma contra i falsi e gli empi.