Poesie (Campanella, 1938)/Scelta di alcune poesie di Settimontano Squilla/33. Della plebe
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Della plebe
Il popolo è una bestia varia e grossa,
ch’ignora le sue forze; e però stassi
a pesi e botte di legni e di sassi,
guidato da un fanciul che non ha possa,
ch’egli potria disfar con una scossa:
ma lo teme e lo serve a tutti spassi.
Né sa quanto è temuto, ché i bombassi
fanno un incanto, che i sensi gli ingrossa.
Cosa stupenda! e’ s’appicca e imprigiona
con le man proprie, e si dá morte e guerra
per un carlin di quanti egli al re dona.
Tutto è suo quanto sta fra cielo e terra,
ma nol conosce; e, se qualche persona
di ciò ravvisa, e’ l’uccide ed atterra.
Della bestialitá del popolaccio nissuno ha scritto con tanta veritá e con tanto artificio. E come, a chi gli dice suo bene e mostra il suo podere, e’ se gli volge contra, è proprio bestia varia e grossa.
«Cosa stupenda». Questo è fatto per chi vuol trattar con la moltitudine cose utili a quella. E tutta l’istoria di Moise mostra quanto quel popolaccio ebreo fu bestia in attraversarsi sempre contra i suoi liberatori.