Poesie (Campanella, 1938)/Scelta di alcune poesie di Settimontano Squilla/12. Fortuna de' savi
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Fortuna de’ savi
Gran fortuna è ’l saper, possesso grande
piú dell’aver; né i savi ha sventurati
Tesser di vii progenie e patria nati:
per illustrarle, son sorti ammirande.
Hanno i guai per ventura, che piú spande
lor nome e gloria; e Tesser ammazzati
gli fa che sian per santi e dèi adorati,
ed allegrezza han da contrarie bande:
ché le gioie e le noie a lor son spasso,
come all’amante pare il gaudio e ’l lutto
per la sua ninfa: e qui a pensar vi lasso.
Ma il sciocco i ben pur crucciano, e piú brutto
nobiltá il rende; ed ogni tristo passo
suo sventurato fuoco smorza in tutto.
Non esser vero che gli savi sono sventurati. Anzi tutte le sventure essere a loro venture, e le noie e le gioie ben loro. Ma gli ignoranti dalle sventure subito son disfatti, e dalle venture piú infelici diventano, e piú mostrano la loro stoltizia e dappocaggine in ogni evento.