Poesie (Campanella, 1938)/Poesie postume/III. I Canti del carcere/16. Sonetto II in lode del medesimo

16. Sonetto II in lode del medesimo

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16. Sonetto II in lode del medesimo
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Sonetto II
in lode del medesimo

Dunque, furor divin, ch’al volgo appare
follia, Presterá mio, t’infiamma e guida.
Chi d’immortal tanto vigor si fida
degno carme poter dunque trovare?
Con lor cadesti per risuscitare
tanti eroi, redentor sorgendo e guida;
traditoresca, ingrata ed omicida
setta atterrasti e d’iracundia un mare.
Gli orribil mostri e ’l serpentin bilingue
dove son or? dov’è l’ebraico stuolo?
dov’è il moresco? e i lor bugiardi offici?
Fedel combattitor, mai non s’estingue
piú il nome tuo, poiché serbasti solo
virtú, religion, patria ed amici.