Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3839
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Il giovane è in queste cose cosí costante, risoluto, forte, durevole, che gli educatori e quelli che han cura di lui, anche sommamente benevoli, assai spesso e il piú delle volte, stimano tali risoluzioni e tali forme di vita essergli naturali, nascere dalle sue inclinazioni, esser conformi al suo vero carattere, al suo vero piacere, e però determinano di non distornelo, non impedirnelo, di confermarvelo, di secondarlo, e così fanno anche talora senz’alcun proprio interesse, per sola premura ed affezione verso di lui. E s’ingannano sommamente, e in tali casi la lor poca cognizione del cuore umano e de’ suoi mirabilissimi accidenti, de’ fenomeni dell’amor proprio e delle sue sottilissime e sfuggevolissime operazioni e modi di agire, e stravagantissimi effetti e trasformazioni, nuoce grandemente a quei poveri giovani, i quali ben potrebbero ancora, ma non senza molta forza e molto artifizio, essere strappati a quelle dure risoluzioni, azioni e abitudini, e riconciliati con se stessi e con la vita, vero partito che si dovrebbe prendere in tali casi da un prudente e filosofo e pietoso curatore, e solo mezzo di svolgere il giovane da’ tristi partiti ch’egli ha abbracciati o è per abbracciare, e di sottrarlo dalla vera infelicità che glien’è per seguire, massime calmato il furore e intiepidito l’ardore dell’età, che sono appunto quelli che cagionano quella tal sua pazienza e che l’agghiacciano, e che lo sostengono e nutrono in quella gelata, sterile, ed arida vita ch’egli ha intrapreso, o nella risoluzione d’intraprenderla; ma poco potranno durare a sostentarlo e, consumati o diminuiti, egli sentirà tutta