Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3685

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[p. 107 modifica] seconda, sempre (o regolarmente) lo perdono, mostrano chiaramente che il genitivo ec. de’ nomi della quarta, ch’ora è in us lungo ec. o in u lungo ne’ neutri, anticamente fu in uus o in uu ec. Vedi p. 3752. Giacché si vede che i derivati da’ nomi della quarta si formano al modo istesso che i derivati delle voci nelle quali il doppio u ancor si conserva ed è manifesto e fuori di controversia, come dire i derivati de’ nomi in uus ec. I quali due u valsero per una sola sillaba, come il doppio a degli ablativi singolari della prima. Sia che questo, e il doppio u, si pronunziassero doppi o pur semplici, strascinando in certo modo la voce ec. In tutti i modi quest’osservazione si riferisca al mio discorso sui dittonghi latini non considerati da’ grammatici, o ch’essi nella pronunzia fossero monottonghi, o dittonghi veramente, o trittonghi ec., che tutto fa egualmente a quello ch’io voglio dimostrare in detto discorso. Perocché s’anche e’ divennero col tempo monottonghi, e ciò fino nella migliore età della lingua latina (come i comuni ae oe ec.), ciò tuttalvolta, anzi piú che mai, dimostra che gli antichi latini (de’ quali nel detto discorso si parla) pronunziavano sí rapidamente le vocali successive e concorrenti, ch’e’ le tenevano tutte insieme (o due o piú che fossero) per una sillaba sola, e tale le facevano essere nella pronunzia, [p. 108 modifica]e sovente nella scrittura