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(1370-1371) pensieri 119

dentro lo stesso genere di cose, ma in ogni genere. Il fanciullo non ha ancora un abito di assuefazioni, e perciò è difficile ad assuefarsi e ad imparare. Chi ha molto imparato piú facilmente impara, sempre proporzionatamente alle facoltà o disposizioni de’ suoi organi, che variano secondo gl’ingegni, le circostanze fisiche passeggere o stabili, le altre circostanze esteriori o interiori, l’età massimamente ec. ec. Dico, piú facilmente impara, o in quello stesso genere di cose, cioè in un tal genere al quale i suoi organi siano piú disposti e quindi piú facili ad assuefarsi, ovvero in altri generi o in qualunque altro genere, perché ogni assuefazione influisce sulla facilità generale di assuefarsi e quindi d’imparare, di conoscere, di abilitarsi interiormente o esteriormente ec. L’apprendere, quanto alla memoria, non è che assuefarsi, ma esercitando  (1371) la memoria, si acquista la facilità di questa assuefazione, cioè d’imparare a memoria. I fanciulli, mancando ancora di esercizio, poco sanno imparare a memoria, ma, cominciando da poche righe, arriveranno ben presto ad imparare libri intieri, perché i loro organi sono meglio disposti all’assuefazione che quelli d’ogni altra età, e per isviluppare questa facoltà non hanno bisogno che di esercitarla, cioè di assuefarla essa stessa. Tutto insomma nell’uomo è assuefazione. E seppure esistono differenze d’ingegni, cioè organi piú o meno disposti ad attendere ed assuefarsi, ad assuefarsi a questa o quella cosa, a piú o meno cose o a tutte, la qual differenza anch’io stimo ch’esista; ella è però tale che le diverse assuefazioni possono affatto cancellarla e rivolgerla anche al contrario, cioè render l’uomo di piccolo ingegno assai piú penetrante ec. ec. e insomma di maggiore ingegno che l’uomo del piú grande ingegno naturale. E ciò non solo nelle cose ed assuefazioni materiali o negli studi esatti ec., ma anche nelle discipline piú sottili, anche nelle cose