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SCENA II

Aniceto e Lucio Vero.

Aniceto. Sorge l’alba piu pura;

spirati l’aure piú molli, e piú giocondo
in si bel giorno applaude,
monarca invitto, a’ tuoi sponsali il mondo...
Tu sol mesto passeggi? e sol tradisce
le tue, le nostre gioie il tuo dolore?
Lucio Vero. Se perdo Berenice, io perdo il core.
Aniceto. E che? teme un Augusto
perder ciò ch’è giá suo? che ti è piú caro?
Se Lucilla non vuoi,
sia pur tua Berenice;
Cesare, a chi può tutto, il tutto lice.
Lucio Vero. Ma Roma, e che dirá?
Aniceto. Taccia e ubbidisca.
Cucio Vero. Aurelio?
Aniceto. In tuo potere
è il miglior di sue forze.
Lucio Vero. Ma la ragion?
Aniceto. Chi regna
per ragion ha il piacer.
Lucio Vero. La fama?
Aniceto. Al volgo
non lice giudicar l’opre de’ grandi.
Lucio Vero. Dunque a che mi consigli?
Aniceto. Chiedi a te ciò che vuoi;
dell’ubbidir tocca la gloria a noi.