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può nel cesareo cor? Sol che tu il chiegga,

a te fia la sua vita un facil dono.
Berenice. Ho ragion che mel vieta,
e a te serbo l’onor del suo perdono.
Aniceto. Io...
Berenice. Si, caro Aniceto,
tu del reo, tu del misero m’impetra
e vita e libertá.
Aniceto. Cedo, regina;
non avrai sparsi inutilmente i voti;
salverò il prigionier.
Berenice. Se il cor d’Augusto
tu mi rendi pietoso,
io d’un gran bene, ed egli
ti sará debitor del mio riposo.
Su la tua fede
parto con speme,
se non con pace.
Quel fier dolore
che in sen mi freme
non lascia il core,
ma sol vi tace.

SCENA XIV

Aniceto.

A che tanta pietá? cotanto affanno

perché? No, non m’inganno.
Non è del volgo uom vile
quegli per la cui vita
fa voti una regina. Illustre il rende
la colpa e la difesa.
Ma qualunque egli sia, con la sua morte
A. Zeno, Drammi scelti. 5