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Anche il giorno aborrirei,

in mirar que’ lumi spenti
che si bei formar le stelle.
E se ben di sdegno ardenti,
pregio sempre è di mia fede
dir che amai luci si belle.

SCENA VI

Tempio d’Apollo.

Ermione e Oreste.

Ermione. A mia vendetta mancherebbe, Oreste,
un gran piacer. Vengo a goderne io stessa.
Oreste. E da’ tuoi lumi io prenderò un ardire
che fuor dell’uso a me venia giá meno.
Ermione. Mi dice l’alma un non so che di lieto
che mi consola.
Oreste. Un non so che la mia
d’infausto...
Ermione. Taci. Ecco a noi Pirro, e seco
Andromaca, i due figli e il greco stuolo.

SCENA ULTIMA

Tutti.

Pirro. Prenci, in ciascun di voi tacciano alquanto

pensier funesti e trame inique e sdegni.
Non tue minacce, Ulisse,
non tue congiure Oreste,
sovra Pirro han poter. Di questa donna
la virtú ne ha il trionfo. E sposa e madre,
ella m’insegna come amar si debba.
Andromaca. Eleno, che facesti?