Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/241

Telemaco e Astianatte,

ma tua sposa sia Ermione e da te lungi
tragga la frigia schiava oscuri giorni
col figlio suo. Povero, errante e senza
chi lo sostenga, i greci
finiran di temerlo. Abbia il tuo amore
di consigliarsi e di risolver tempo.
Resti ad ambo il suo ostaggio. Addio! Ma sappi
che se in tuo cieco amor ti ostini e perdi,
nulla al reo parto dell’iniqua madre
varrá che tu sia amante o ch’io sia padre.
(fa cenno che scendano dalla torre Astianatte e i soldati)
Scegliti; o senza figlio,
misera, o senza regno.
Su quel superbo ciglio
o fasto pianga, o amore.
(a Pirro) Chiede cosi l’onore,
e cosi vuol lo sdegno.

SCENA VI

Andromaca, Telemaco e Pirro.

ANDROMACA. ’ (a Telemaco)

La tua pietá fa ch’io sia madre ancóra.
Telemaco. E il mio dover fa ch’io sia ognor tuo figlio.
Pirro. Egli in mia tenda al suo destin si serbi.
Telemaco. E quando cesserete, o fati acerbi ?
(parte con le guardie di Pirro)
Andromaca. Quai grazie, invitto Pirro, a te dar posso?
Pirro. Quelle ch’esige amor, quando n’è degno.
Andromaca. La tua virtú n’abbia la gloria. Amore
non ne oscuri il bel fregio,
né inciampo sia nel piú bel corso all’opra.
Pirro. No, Andromaca. Sia vinto il cor da’ mali,