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ATTO SECONDO

Porto di Troia ingombrato da alloggiamenti militari, fra’quali v’ha
un reai padiglione chiuso. Mare in lontananza con le navi de’ greci alla
spiaggia.

SCENA I

Oreste, Ulisse con soldati.

Oreste. Non senza gioia io premo, Ulisse, e spiro

questa terra e quest’aure
ch’Ermione, l’idol mio, respira e preme.
Chi sa che, altrui rifiuto, a me non tocchi
il bel piacer di ricondurla ad Argo?
Ulisse. Sognan gli amanti anche vegliando. Oreste,
voto è di tutti i greci
che la giurata fede
serbi Pirro alla vergine reale.
Oreste. Dell’iliaca sua schiava ei prigioniero,
facil non è che fuor ne tragga il piede.
Ulisse. Ma vedrá ricoperto
l’ambracio sen da mille navi anch’egli.
Oreste. Ultimo a vendicar gli offesi Atridi
allor non sará Oreste. A Pirro intanto
resti Andromaca.
Ulisse. No, la frigia donna
non dia nipoti al gran Peleo, né i greci
talami disonori. I tristi giorni
tragga vedova e serva, e il suo Astianatte
oggi le sia nova cagion di pianto.
Oreste. Perché?