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5Iddio ti scuote: apre i tuoi saldi chiostri
     Urto di guerra a innumerabil danni:
     Ma perchè senso a’ suoi rigor non mostri
     Dono ti fè d’altri novelli affanni.
Cadono tocche le Città dal forte
     10Braccio e un giorno le copre d’erba, e un giorno
     Spinge gli aratri in sù l’avanzo informe.
Stridono or mille a te saette intorno
     D’inestinguibili strage: e ancor si dorme?
     Italia Italia è questo sonno, o morte?


IV1


Non per veste superba, e per altero
     Moto di penne eccelse all’aura sparse,
     Chiaro e noto il real giovane fero
     Agli occhi miei fra mille schiere apparse:
5Ma dove io veggio sotto ’l gran destriero
     Cader armi ed armati e strada farse
     Fra le più folte turbe il valor vero,
     E cieca polve incontro al Sole alzarse:
E correr sangue le rive vicine
     10De’ fiumi, e al lampo del veloce acciaro
     Pallido farsi anco a’ più forti il viso:
Là tra il sangue le morti e le ruine
     E le stragi distinto assai ravviso
     Il re, cui l’opre di sua man fan chiaro.


ISABELLA GIROLAMI AMBRA.


Odio invidia vendetta avete vinto:
     Io getto l’armi e mi sottraggo al campo:
     Non perchè io speri, e nè pur brami scampo
     Da sì fieri nemici dond’io son cinto.

  1. Per Gio. III. Re di Polonia liberatore di Vienna l’an. 1683.