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     Luce del mio bel Sol, sì chiara al mondo,
     Dagli occhi miei lontana, egra languiva.


XXVIII


Muse, poichè il mio Sol gode e desìa
     Legger miei carmi, ed ascoltar mie rime,
     Fate voi che di Pindo alle alte cime
     Felice io giunga per l’alpestra via:
5Fate che dolce io canti, e l’aspra e ria
     Sorte, e mia fiera doglia il cor non lime,
     Ma ch’io colga per voi le glorie prime,
     E l’alma torni al bel piacer di pria.
Me fortunata se con nobil canto
     10Cinger potrò di rai, sparger d’onore,
     E render degno il nome suo d’istoria!
Vegga egli poi qual puro raggio e santo
     Sfavilla in me di non mortale ardore,
     E legga colla mia l’alta sua gloria.


XXIX


Donna che tanto al mio bel Sol piacesti,
     Che ancor de’ pregi tuoi parla sovente,
     Lodando ora il bel crine ora il ridente
     Tuo labbro, ed ora i saggi detti onesti:
5Dimmi, quando le voci a lui volgesti,
     Tacque egli mai qual’uom che nulla sente,
     O le turbate luci alteramente
     (Come a me volge) a te volger vedesti?
De’ tuoi bei lumi alle due chiare faci
     10Io so, ch’egli arse un tempo, e so che allora...
     Ma tu declini al suol gli occhi vivaci.
Veggo il rossor che le tue guance infiora.
     Parla, rispondi... Ah non risponder: taci,
     Taci se mi vuoi dir ch’ei t’ama ancora.


XXX


Ombrose valli, e solitari orrori,
     Vaghe pianure, e rilevati monti,