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     Sei pur tu, che in gentil nodo tenesti
     Le chiome avvinte, e l’ebbe il vento a sdegno;
5E a lei la fronte a’ piè dell’aspro indegno
     Tronco tutta copristi, e nascondesti
     Infino agli occhi lagrimosi e mesti,
     Mentre il Figlio pendea dal fatal Legno;
Dunque se’ pur tu quello! Oh quanto, oh quanto
     10Felice sei, che forse ad ora ad ora
     Gli occhi soavi a te Maria rivolge!
E forse di te parla in Ciel talora
     Co’ sprti eletti, e non apprezza tanto
     Forse le stelle, ond’or la chioma avvolge.


GIO. PIETRO ZANOTTI.


I1


Spirto reale, e di più grande onore
     Degno di quel, che or ti riluce intorno;
     Che (con sua pace) l’ostro, onde se’ adorno,
     Di tua somma virtù quanto è minore!
5Ma alfin giusta mercè vero valore
     Sempre ha dal Cielo; e s’ei ne tarda il giorno,
     Largo l’indugio indi compensa a scorno
     D’invidia, e doppia a quei gloria e splendore.
S’ei di porpora a te la fronte or cinse,
     10Forse fia pago? Al grande ufficio e raro
     Scorger ti vuol, nè per via dubbia e lunga;
E all’uno e all’altro, che le chiavi strinse2
     Di Piero, ond’è il tuo sangue ancor più chiaro,
     Vorrà che il terzo in Vatican s’aggiunga.


II


Scossa talora la pesante e dura

  1. Per Camillo Cibo quando fu creato Cardinale nel 1729.
  2. Bonifacio IX, de’ Cibo-Tomacelli creato nel 1389 ed Innocenzo VIII creato nel 1484.