Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
423 |
XVIII
Io sono in mezzo a due forti Guerrieri,
Ch’hanno il mio cuor di duro assedio stretto,
Ambo possenti, ambo ostinati e fieri
In far guerra tra lor dentro il mio petto.
5Questi son due tenaci empi Pensieri,
Che oprando vanno in me contrario affetto:
Vuol l’un ch’io tema, e l’altro vuol ch’io speri,
Questi muove l’ardir, quegli il sospetto.
Così dall’armi avvien, che oppresso io resti
10Di duo Rivali; e Ragion vuol, ch’io creda,
Ch’ambo mi sien del par gravi e molesti.
Chi vincerà non so: qualunque ceda
All’altro infine, o vinca quegli o questi,
Sempre io sarò d’un gran Tiranno in preda.
XIX
Poichè i miei gravi error pur troppo han desta
L’ira del Ciel, che mi circonda e preme,
E Mare e Terra e Cielo armati insieme
Tutti a miei danni in man la spada han presta:
5Qual chi rotta la nave in gran tempesta
Sull’ancora ripone ogni sua speme;
Tal io, gran Madre, in mie sciagure estreme
Se a te non corro, in chi sperar mi resta?
Se nell’offeso Nume il guardo io giro,
10Veggiovi il mio gastigo, e sento il tuono,
Che mormora e minaccia, ond’io sospiro.
Ma se ne gli occhi tuoi, che fonti sono,
Fonti d’alta pietà, Vergine, io miro,
Veggio espresso in quegli occhi il mio perdono.