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II


L’Immenso fren dell’Universo intero,
     Strigni, o Signor, che regger dei tu solo
     Germania, Italia e l’ampio Mondo Ibero,
     E il non men ampio Americano suolo.
5In te non più diviso il prisco impero,
     Per te non più vedremo Europa in duolo,
     S’or tu che saggio, or tu che sei guerriero,
     Stendi all’uno il tuo scettro, e all’altro polo.
Ognun, che ben ti miri, oh quali oh quante
     10Dal tuo gran cuore opre famose attende,
     Più di quelle degli Avi, ancorchè tante!
Mista poi di clemenza a noi si rende
     La maestà del tuo real sembiante,
     Pure in tanta grandezza oh qual risplende!


III


Ahi che ben veggio al lito avvinta ognora
     Starsi quella d’Amor nave superba,
     Mia stanza un dì, che le catene ancora
     Di mia perduta libertà riserba!
5Veggio assiso il Nocchier sù l’empia prora,
     Che il fiero antico aspro rigor pur serba,
     Veggio l’altero ciglio ad ora ad ora,
     Che mi minaccia orrida strage acerba.
Eppur cieco desio, mentre dal lido
     10Parte la nave, ancor sì mi trasporta,
     Che su risalgo, e al rio Nocchier m’affido.
E se Ragion consiglio non m’apporta,
     Nel gran viaggio disastroso infido
     Chi mi sa dir dove il Crudel mi porta?