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MALATESTA STRINATI.
I1
Mira o Signor, come se ’n giace afflitta,
Tutt’aspersa di lagrime dolenti
D’acerbissimo duol nel cuor trafitta
La Reina del Mondo e delle Genti.
5Percossa già dalla tua destra invitta,
I reali deposti aurei ornamenti,
Misera sconsolata e derelitta,
Quasi vedova Donna, alza i lamenti.
E dice: A te, mio Dio, solo peccai;
10Ma se d’alma pentita ami il cordoglio
Mirami in fronte, e il mio dolor vedrai.
Ah tu, Signor, che non hai cuor di scoglio,
Guarda all’augusta Penitente: e omai
L’accogli in seno, e la riponi in soglio.
II2
Ahi come siede addolorata, e mesta,
Pallida in volto, con dimesse ciglia,
Preda d’aspro martir, che il cuor le infesta
L’unica di Sion inclita figlia!
5Già sotto spoglia di grand’or contesta
Fra varie sete, o candida, o vermiglia,
Or cinta di granaglia atra, e funesta,
Quale un tempo era già, più non somiglia.
L’allegre veglie, i lieti balli, e ’l canto,
10Ove di sacre squille il suon l’appella,
Cangia in preci divote, e in umil pianto.
Ricerchi Roma, e non appar più quella,
Negletta è sì, ma sì negletta, oh quanto
Alle luci di Dio sembra più bella!
- ↑ Preghiera, a Dio per Roma in occasione de’ tremuoti dell’anno 1703.
- ↑ Sopra lo stesso soggetto.