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IV1
Dell’Universo al glorioso pondo
L’Alcide sospirava il Ciel Romano,
Quando la Fede al battezzato Mondo
Scelse l’Alcide, e fu l’invitto Albano.
5Languendo Italia bella in duol profondo
Sconsolata battea mano con mano;
E sciolto il crine, innanellato, e biondo
Ancor paventa, ma paventa invano.
Che tu, Signor, col senno alto, e possente
10Farai, che immortal pace a quella arrida,
E a questo nostro umìl Bosco innocente.
Onde ciascuno e si rallegra, e grida:
Sarem felici; il nome tuo, Clemente
Odi qual noi parla, e qual n’affida.
V2
Inclito Eroe, che mai non pugni invano,
Di un’alta impresa tua l’ora è vicina,
Te aspetta l’oltraggiata Palestina,
Gerosolima oppressa, e te il Giordano.
5Vanne sovra il Tabòr, poi sceso al Piano
Passa di Tiberiade alla Marina;
Corri al Calvario e la gran Tomba inchina,
Stendi a i Cedri del Libano la mano.
Allora dir potrai: quì pose il piede,
10Quì di spine portò cinta la chioma,
Quì morendo Gesù vita ne diede.
Oh con qual gioia in mezzo all’Asia doma
Noi scorgeremo trionfar la Fede,
E stendervi l’Impero Augusto, e Roma?
- ↑ Coronale in lode della S. di N.S. Papa Clemente XI.
- ↑ Al serenissimo Principe Eugenio.