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Col bel garir soave il pregio accresce.
5Viene alla mandra, ove ristretta, e sola
Stassi la greggia, e ardito ivi si mesce;
Ma se appare il Pastor, timido ei vola
Sul vicin colle, e di partir gl’incresce.
Io pur col dì riedo al boschetto, al prato,
10E tra cento Pastor lieto, e tra cento
Ninfe ripiglio il canto, e ’l giuoco usato,
Ma se quel volto, ov’ho il pensiero intento,
Veggiomi incontro di bei raggi armato,
Ah! ch’io pur m’allontano, e poi mi pento.
BERNARDO SPADA.
I[1]
Ah, che pur mi conviene... E al sen stringea
Non mai sazio la man del caro Figlio,
Rammentando fra sè qual’ei dovea
Soffrir lungi da lui penoso esiglio.
5Ahi, che pur mi conviene... E rivolgea
Verso la Sposa doloroso il ciglio,
Pallido sì, che rassembrar potea
Steso languente al suol candido giglio.
Ahi, che pur mi convien da voi diviso
10Partire, ed oh di voi meco venisse
Un guardo solo, una parola, un riso!
Così Giuseppe lagrimando disse,
E a un guardo, a un guardo lor di Paradiso
In braccio del piacer morìo qual visse.
II[2]
Nulla pesami il fral terreno manto
Lasciar, che spoglia è vil del suolo: il cuore,
Il cuor mi fa contrasto, ei col dolore,
- ↑ Per San Giuseppe.
- ↑ Sopra il precedente soggetto.