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Che con tenero cuor così m’amate?
Quasi senza di me vil uom, non siate
Quell’eterno beato e sommo Dio?
5E s’altro obbietto fuor di voi desìo,
Sì geloso di me vi dimostrate,
Che di dolce rigor la destra armate,
Per riscuoter così l’affetto mio.
Deh caro padre, per pietade omai
10Deponete il flagel, che bene i rei
Peccati io piango e la stagion ch’errai.
Sia nobil pena agli alti falli miei
Il dir, che sino ad ora io non v’amai,
E il non potervi amar quanto vorrei.
ANGELO ANTONIO SOMAI.
I.
Or che Clori sulla sponda
Di quel Rio dolce riposa
Colla fronte mezzo ascosa
Tra la sparsa chioma bionda;
5Tace il vento e tace l’onda,
Tace il bosco e l’aura posa,
E ’l mio gregge più non osa
Pascer erba, e morder fronda.
Tutto è in pace, e senza affanno
10Solo, il misero mio cuore,
E i pensier pace non hanno;
Che tra ’l verde amico orrore,
Per maggior mia pena e danno,
Clori dorme e veglia Amore.
II
Ahimè, che ovunque il reo pensier mi mena,
Mi persegue l’orror del mio peccato:
O dorma o vegli, ognor mi veggio a lato
Il timor la vergogna e la mia pena.