Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
364 |
Finto il volto divin, che in ogni parte
Più vago era di quel, ch’avea nel cuore:
Frenando allora il pianto suo, risolse
10Dar vita al freddo sasso, e l’immortale
Fuoco dal Ciel per animarlo tolse.
Già gl’infondea nel sen spirto vitale;
Ma la mano arrestò, ch’ella non volse
La bell’opra immortal render mortale.
VIII1
Questa è colei, che abbandonata e mesta
Sull’erme piagge dell’alpestre Nasso
Piacque a Lenèo, che nuovo amante al lasso
Spirto di lei sedò la ria tempesta.
5Ma s’è pur dessa come immobil resta?
Come non volge i rai, nè muove il passo?
E non parla, e non spira? Ah, ch’è di sasso,
E tua grand’opra, o gran Parodi, e questa.
Da qual parte del Ciel l’altra, e serena
10Fronte togliesti, e tai bellezze e tante,
Onde cosa moral rassembra appena?
Oh! se tal d’Arìanna era il sembiante,
Già non avrebbe in sull’ignuda arena
Pianto la fuga dell’ingrato Amante.
IX
Empio tiranno Amore, io dissi un giorno,
Invan sei contro me di strali carco:
Gira pur la tua face all’alma intorno,
Che vedrai chiuso alle tue fiamme il varco.
5Non fa l’incauto cuor più mai ritorno
A quei barbari lacci, ond’ora è scarco:
Colmo pur di dispetto, e pien di scorno
Gitta la rea faretra, e spezza l’arco.
Rivolto a me diss’ei: Nel cuor tu serbi
10Orgoglio così fier, perchè non senti
Più vivo il duol dei primi strali acerbi.