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     Finto il volto divin, che in ogni parte
     Più vago era di quel, ch’avea nel cuore:
Frenando allora il pianto suo, risolse
     10Dar vita al freddo sasso, e l’immortale
     Fuoco dal Ciel per animarlo tolse.
Già gl’infondea nel sen spirto vitale;
     Ma la mano arrestò, ch’ella non volse
     La bell’opra immortal render mortale.


VIII1


Questa è colei, che abbandonata e mesta
     Sull’erme piagge dell’alpestre Nasso
     Piacque a Lenèo, che nuovo amante al lasso
     Spirto di lei sedò la ria tempesta.
5Ma s’è pur dessa come immobil resta?
     Come non volge i rai, nè muove il passo?
     E non parla, e non spira? Ah, ch’è di sasso,
     E tua grand’opra, o gran Parodi, e questa.
Da qual parte del Ciel l’altra, e serena
     10Fronte togliesti, e tai bellezze e tante,
     Onde cosa moral rassembra appena?
Oh! se tal d’Arìanna era il sembiante,
     Già non avrebbe in sull’ignuda arena
     Pianto la fuga dell’ingrato Amante.


IX


Empio tiranno Amore, io dissi un giorno,
     Invan sei contro me di strali carco:
     Gira pur la tua face all’alma intorno,
     Che vedrai chiuso alle tue fiamme il varco.
5Non fa l’incauto cuor più mai ritorno
     A quei barbari lacci, ond’ora è scarco:
     Colmo pur di dispetto, e pien di scorno
     Gitta la rea faretra, e spezza l’arco.
Rivolto a me diss’ei: Nel cuor tu serbi
     10Orgoglio così fier, perchè non senti
     Più vivo il duol dei primi strali acerbi.

  1. Allo stesso per la Statua d’Arianna.