Pagina:Zappi, Maratti - Rime I.pdf/402

354



XII


Ape gentil, che intorno a queste erbette
     Susurrando t’aggiri a sugger fiori,
     E quindi nelle industri auree cellette
     Fabbrichi i dolci tuoi grati lavori;
5Se di tempre più fine e più perfette
     Brami condurli, e di più freschi odori,
     Vanne a i labbri e alle guance amorosette
     Della mia bella e disdegnosa Clori.
Vanne, e quivi lambendo audace, e accorta,
     10Pungila in modo, che le arrivi al cuore
     L’aspra puntura per la via più corta.
Forse avverrà che da quel gran dolore
     Ella comprenda quanto a me n’apporta
     Ape vie più maligna, il crudo Amore.


XIII


La beltà di Madonna entro il mio cuore
     Passò così guerriera, e sì lo prese,
     Che senza ch’ei potesse far difese,
     Vi stabilì la Sgnoria d’Amore.
5Quel tirannico allora empio Signore
     D’ogni bene a spogliarlo in prima attese;
     E poscia un fuoco sì crudel v’accese,
     Che dura ancor quel maledetto ardore.
E perchè l’Alma a ribellar non pensi,
     10Tutte sbandì le sue potenze, e lei
     ommise in guardia alla follìa de’ sensi:
E con modi superbi, indegni, e rei
     La costrinse a pagar tributi immensi
     Di sospiri, di lagrime, e d’omei.


XIV


Oggi il giorno dolente, e questa è l’ora
     Che Tu fosti, o Signor, trafitto in Croce
     Questo è il momento, in cui per duolo atroce
     Dal sacro corpo tuo l’Alma uscì fuora.
5In questo stesso le tue grazie implora
     Il mio lungo fallir con umil voce: