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     E la noia vi trova ed il dolore,
     E con la noia e col dolor lo scorno.
Lamie, Strigi, Meduse, Arpìe, Megere
     10Se gli avventano al crine, e in sozzi modi
     Lo strazian sì, che forsennato ei pere.
E s’ei non pere, con incanti e nodi
     Lo costringono a gir tra l’altre fiere
     Ne boschi a ruminar l’empie lor frodi.


X


Dentro il mio seno addormentato Amore
     In un dolce letargo era sepolto;
     Ma strepitosa la beltà d’un volto
     M’entrò per gli occhi, e trapassò nel cuore.
5E vi feo così strano alto romore
     Vedendol quivi tra le piume avvolto,
     Ch’ei fu ben tosto da quel sonno sciolto,
     E n’ebbe sdegno, e ne serbò rancore
Non contro lei, ma contro me, che sono
     10Dell’albergo il Signore; e già suo strale
     Mi drizza al fianco, e già ne sente il suono.
Ma voi, Donna, cagion del mio gran male,
     Difendetemi almen per vostro dono;
     Che natural mia forza a me non vale.


XI


Estinguer mai non credo il grande ardore,
     Che nel mio sen barbaramente accese
     Quel dispietato incendiario Amore,
     Che me per scopo alla sua rabbia prese.
5Se l’esche ardenti allontanai dal cuore,
     Più sfogato l’incendio al cuor s’apprese
     E se vi sparsi lagrimoso umore,
     Non rintuzzollo, anzi più fiero il rese.
Se fuggir procurai dall’empio luoco,
     10Dove nacque l’incendio, allor m’avvidi
     Che con me stesso io trasportava il fuoco
E se in te, crudo Amor, con alti stridi
     Cerco muover pietade, e tu per giuogo
     M’accresci il male, e poi di me ti ridi.