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XXXV

     Grazie seco, e in un con elle
     60Allegrìa, che con lor sta.
Vedrai piani, vedrai sparte
     Ville, e case a parte a parte
     63Lungo il margine apparir:
E del calle ogn’aspro affanno
     Per temprarti elle sapranno
     66Il lor nome a te ridir.
E sapranti ancora elette
     D’Amor vaghe canzonette
     69Su la cetra accompagnar:
E i bei versi, onde Savona
     Tanto grido ha in Elicona,
     72Ed i tuoi forse cantar.
Ma nel Pò non tener fiso
     Deh soverchio il vago viso,
     75Onde tanti Amor ferì:
Splendon troppo i tuoi bei lumi:
     Arser anco i freddi Fiumi
     78Per minor bellezza un dì.
Ben è ver, che l’unto pino
     Tosto il Veneto marino
     81Pigro stagno solcherà:
Ed oh quale il Mar farassi,
     Sù lui quando alto vedrassi
     84Sfavillare tua beltà!
Le Nereidi in quel giorno
     Al bel Legno liete intorno
     87Sorgeranno a carolar:
E a suonar le torte conche
     I Tritoni, e le spelonche
     90Del mar tutte rallegrar.
Piagge, e lidi, ed acque e venti
     Tanto allor lieti e ridenti
     93Si mostraro, e forse più,
Quando l’alma Dea di Gnido
     Fender l’onde, e al caro lido
     96Approdar veduta fu.