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Nè di sè stesso e genitore, e prole,
Dalle ceneri sue vita riprende.
Ben’egli è ver, che lieta oggi ten vai,
10Ninfa, all’alta tua Croce, e il cuor vi lasci,
E spine raggruppando il rogo or fai.
E che ogni pompa avviluppata in fasci
Sopra lui stendi, e d’un gran Sole a’ rai
Muori intrepida al Mondo, e al Ciel rinasci.
XI1
Con tre fiamme innocenti il mio Diletto
Meco pruova egli fè del suo valore,
Illuminò con una il mio intelletto,
Per farmi concepir, che cosa è amore.
5Compresa la virtù del grande obbietto,
Che un magnanimo spira eterno ardore,
Egli appressommi l’altra fiamma al petto,
E ne sentìo soave incendio il cuore.
Diè coll’ultima quinci al voler mio
10Suo prode assalto, e in sì gentil contesa
In lui crescea la forza, in me ’l desìo.
Ecco tutta oramai l’anima accesa,
Sia vostra, o santo amor, che non poss’io,
Più indugio farvi all’onorata impresa.
XII 2
Tu, che immenso ognor traggi almo diletto
Dall’immortal di Dio volto sereno,
E intero quel gran lume accogli in seno,
Che bea sparso pel Ciel ogn’altro Eletto:
5Deh per pietade omai vibrami in petto,
Un solo, un sol di que’ bei raggi almeno,
Ch’arda il duro cuor mio, lo franga appieno,
E in cener sciolga ogni terreno affetto.
Così quand’egli avvien, che al Sol si volse
10L’accenditor cristallo, e fiamma e luce
- ↑ Lo stesso tema.
- ↑ A Maria Vergine.