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     Mostrommi il mio pensiere a parte a parte.
5Piagge, e colli mirai, dove comparte
     Ogn’astro i più bei rai; fonti, ove chiude
     Sua pace Amor; selve di mostri ignude;
     Aer cui dal piacer nulla diparte.
Che mai non vidi! E pur vago il desìo
     10Anzi più mi chiedea: quinci il raccolsi
     Tolto al Bel di quaggiù, dentro il cuor mio.
Nell’alma allora, e non so come, accolsi
     Raggio improvviso, e un’altro fui; ond’io,
     Gridai: perchè non prima in lui mi volsi?


POMPEO DI MONTEVECCHIO.


I


Amor mi tolse il cuore, e in un drappello
     Di vaghe Ninfe se ’l lasciò cadere:
     Nacquer tosto fra lor liti guerriere,
     L’empio possesso ad ottener di quello.
5Per torre alfin le risse, a un ramoscello
     L’incatenaron di comun parere,
     Perchè quella l’avesse in suo potere,
     Che in saettarlo feo colpo più bello.
Ecco già pronto ognuna l’arco estolle:
     10Ed il povero cuore in un istante
     Di sangue tutto, e di ferite è molle.
Ma deformato da percosse tante,
     Nessuna poi sì lacerato il volle.
     E restai senza cuore, e senz’Amante.


II1


Tu che miri quest’Urna, e che t’affliggi
     Nel desio di veder chi vi s’asconde,
     Lo sconsigliato piè raggira altronde:
     Non cape augusto sasso il gran Luigi.

  1. Al sepolcro di Luigi XII.