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Nata contesa in fra le Dee maggiori,
S’abbagliò di Ciprigna ai bei splendori,
E dal suo labbro il Frigio incendio scorse.
5Ma del trono d’Assiria allor che sorse
La gran moglie di Nino ai primi onori,
Con tal senno, alternò l’armi e gli amori,
Che all’Asia di stupor materia porse.
Nò, non han solo in due leggiadre stelle
10Tutte le donne il pregio lor racchiuso,
Nè l’unico lor vanto è l’esser belle:
Che vide il Termodonte a maggior uso
Troncar Pentesilea la mamma imbelle,
Ed in asta cangiar la rocca e il fuso.
LODOVICO PICO DELLA MIRANDOLA.
I
E quando mai con sì crudel ventura
Avrem pace mio cuor? Di doglia in doglia
Or ti gira il destino, or la tua voglia;
Se l’un pace ti dà, l’altra la fura.
5Quall’uom ch’erto sentier fra nebbia oscura
Tenti lento e dubbioso, ove la scioglia
Breve raggio, allor teme, allor s’addoglia,
Che il periglio in scoprir men s’assicura.
Tal, poichè di sciagure aspro cammino
10Tristo men corro, in più d’angoscia trarmi
Speme incerta vid’io, che rado apparve.
E se vinco talor voglia, e destino,
Nasce da usanza il duol ch’a tormentarmi
Sorge nero pensier con finte larve.
II
Volto colà, dove più bella parte
Sparge il Ciel sovra noi di sua virtude,
Quant’opra arte, o natura in se racchiude