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XII1
Non delle Nozze il favoloso Nume
Col finto serto e la sognata face,
Non lei, che figlia delle salse spume
Finse la Grecia garrula e mendace;
5Ma te d’intorno alle reali piume
Io solo invoco, o santo Amor verace;
Te, per cui prendon gli astri ordine e lume,
E stan le sfere e gli elementi in pace,
E voi, Sposi felici, a pro di noi
10Rendete ormai del glorioso seme
Superba Italia per novelli Eroi.
Contenderem con bella gara insieme,
Noi riponendo ogni speranza in voi,
Voi superando ognor la nostra speme.
XIII2
Questa, che scende in bianca nube e pura,
E’ la madre d’Amor, figlia dell’onde,
Che vien fra l’ombre della notte oscura
Del nobil letto ad onorar le sponde.
5Ecco i suoi figli in fanciullesca cura:
Chi tenta se al desìo l’arco risponde;
Chi d’occultarsi per ferir procura;
Chi fra’ candidi lini un dardo asconde.
Ecco le Grazie in ogni lato intese,
10Co’ fior raccolti in su l’Idalia riva,
A sparger dolci risse a care offese,
Ma chi piange così? La sposa arriva.
Semplice! Il pianto tuo, le tue difese...
Ma il semplice son io: ride furtiva.
XIV3
Paride in giudicar l’aspra, che insorse