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DOTTOR FRANCESCO MARCHETTI.
I
Tremendo Re, che nè passati tempi
Dell’infinito tuo poter mostrasti
Sì chiari segni, e tante volte agli Empi
L’alte corna ad un sol cenno fiaccasti;
5Di quel popol fedel che tanto amasti,
Mira, pietoso Dio, mira gli scempi,
Mira dell’Austria i fier’incendi e vasti,
Arsi i palagi, e desolati i tempi.
Mira il Tracio furor, ch’intorno cinge
10La real Donna del Danubio, e tenta
Con mille e mille piaghe aprirle il fianco.
Tremendo Re, che più s’indugia, ed anco
Neghittosa è tua destra? Or che non stringe
Fulmini di vendetta, e non gli avventa?
II
Italia, Italia, ha non più Italia! Appena
Sei tu d’Italia un simulacro, un’ombra:
Regal Donna ella fu di gloria piena,
Te vil servaggio omai preme ed ingombra.
5Cinte le braccia e i piè d’aspra catena,
Già d’atre nebbie e fosche nubi ingombra
L’aria appar del tuo volto alma e serena,
E i tuoi begli occhi orror di morte adombra.
Italia, ltalia, ah non più Italia! Oh quanto
10Di te m’incresce! E quindi avvien, ch’io volgo
le mie già liete rime in flebil canto.
Ma quello, ond’io più mi querelo e dolgo,
È che de’ figli tuoi crudeli intanto
Vede il tuo male e ne gioisce il volgo.
III
Del Nulla trar dagl’infiniti abissi
Della Terra e del Ciel quest’ampia mole