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     E sarìan nomi ignoti e colpa e morte.
Ma se al fin non traea l’opra rubella,
     10Vergine eccelsa, ah! l’onor tuo sarebbe
     Diviso e pari con quest’alma e quella.
E intatta sì, ma non distinta andrebbe
     La tua fra mille. Oh fortunata e bella
     Colpa, che a sì gran Donna un pregio accrebbe!


X1


Voi pure orridi monti, e voi petrose
     Alpestri balze il duro fianco apriste,
     E pei riposti seni e per le ascose
     Vostre spelonche in suon rauco muggiste;
5E già presso al cader le minacciose
     Gran fronti vostre vacillar fu viste:
     E foran oggi le create cose
     Tutte, qual pria, tra lor confuse e miste:
Se non che quinci densa notte oscura
     10Veder vi tolse il sacro corpo, ed entro
     Un mesto vel la luce aurea coprissi;
E quindi intanto luminosa e pura
     La grande alma miraste in sin nel centro
     Gir trionfando, e rallegrar gli Abissi.


XI


Poichè di morte in preda avrem lasciate
     Madonna ed io nostre caduche spoglie,
     E il vel deposto, che veder ci toglie
     L’Alme nell’esser lor nude, e svelate:
5Tutta scoprend’io sua crudeltate,
     Ella tutto l’ardor, che in me s’accoglie,
     Prender dovrianci alfin contrarie voglie;
     Me tardo sdegno, e lei tarda pietate.
Se non ch’io forse nell’eterno pianto,
     10Pena al mio ardir, scender dovendo, ed ella
     Tornar sul Cielo agl’altri Angioli accanto:
Vista laggiù fra Rei questa rubella

  1. Per il tremuoto tenuto nella morte di N. S.