![]() |
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. | ![]() |
240 |
Quest’arti illustri, e vaghe a noi concesse,
Che sann’in legni, in marmi, o in lini espresse
Di Natura imitar l’opre più belle;
5Creolle il Fabbro eterno, e al Mondo dielle
Quando nell’Uom sua grande imago impresse,
Fermò nell’aria il suol, le sfere eresse,
E in Terra i fior dipinse, e in Ciel le stelle.
Or non dovranno de’ Mortali a’ sensi
10Oggetto offrir, che non sia onesto, e pio,
E quale all’alta origin lor conviensi.
Che se ad altro lavor cieco desìo
Muove la man; sorga la mente, e pensi,
Che il primo Autor di sì bell’arti è Dio.
X1
Mentr’oggi, o Silvia, a pascer l’agne inteso
Men gìa d’Alfeo lungo l’erboso lido;
E dal desìo d’udir tue rime acceso,
Le affretto or colla lingua, ora col grido:
5Tra le frondi d’un Più veggo sospeso
Codesto di usignuoli industre nido,
E di repente in sulla cima asceso,
Da’ rami, onde pendea, lieto il divido.
Pastorella per via non vid’io poi,
10Che per averli non narrasse quanti
Eran per tutt’Arcadia i pregi suoi.
Ma pur, d’ogni altra disprezzando i vanti,
Serbali a te: perchè da i versi tuoi
Apprenderanno più soavi i canti.
XI2
Si vivo lume di virtù matura
Nel tuo bel cor fin da’ prim’anni ardea,
Ch’al gran Pastor per te l’Ostro chiedea
- ↑ Alla Signora Gaetana Passerini, detta in Arcadia Silvia Licoatide.
- ↑ Nella promozione dell’Eminent. Sig. Cardinale Albani.