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10Veggo di già fallito Sant’Antonio,
Che tutti correranno al vostro altare.
Eh io sarò tra gli altri testimonio,
Che voi con doppio vanto, e singolare
Guarite dalla Peste, e dal Demonio.
XVI1
Messaggiera de i Fior, nunza d’Aprile,
De’ bei giorni d’Amor, pallida Aurora,
Prima figlia di Zeffiro, e di Flora,
Prima del Praticel pompa gentile.
5S’hai nelle foglie il tuo pallor simìle
Al pallor di colei, che m’innamora;
Se per immago sua ciascun t’adora,
Vanne superba, o violetta umìle.
Vattene a Lidia, e dille in tua favella,
10Che più stimi degli ostri i pallor tuoi,
Sol perchè Lidia è pallidetta anch’ella.
Con linguaggio d’odor dirle tu puoi:
Se voi, pompa d’Amor, siete sì bella,
Son bella anch’io, perchè somiglio a voi.
XVII
Quanto perfetta fia l’eterna cura,
Che l’esser si perfetto altrui comparte,
Che di Nulla fè Tutto, e con tant’arte
Fabbricò gli elementi, e la Natura?
5Da i chiari effetti a la cagione oscura
Ben può debile ingegno alzarsi in parte;
Ma son tante bellezze attorno sparte
Ombra di quella luce, e non figura.
Ma se tant’alto angelico intelletto
10Pe sè stesso non poggia, indarno io penso,
Talpa infelice, a sì sfrenato oggetto.
Pure io so, che sì bello è il Bello immenso,
Che, se mai fosse in lui, fora difetto,
Quanto qui di più bello ammira il senso.
- ↑ La Violetta.