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    Che questo, sol fra i fasti suoi non era.
Tremano le Contrade d’Oriente,
     10Ove da’ Rei si guarda, e non si adora
     L’alta memoria del Figliuol di Dio;
Chè il tuo valor, la tua pietade ardente,
     La Patria, il Sangue lor minaccia ancora
     Il gran pensier, ch’ebbe Alessandro, e Pio.


FRANCESCO DA LEMENE.


I


Stravaganza d’un sogno! A me parea
     La mia Donna a l’Inferno, e seco anch’io
     Ove Giustizia ambo condotti avea,
     Per castigare il suo peccato e ’l mio.
5Temerario io peccai, che ad una Dea
     D’alzarsi amando il mio pensiero ardìo:
     Ella cruda peccò, che non dovea
     Chiuder in sen sì bello un cor sì rio.
Ma ne l’Inferno appena esser m’avviso,
     10Che mi parve cangiarsi in un momento
     O Donna, il nostro Inferno in Paradiso.
Tu lieta mi parevi, ed io contento;
     Io perchè rimirava il tuo bel viso,
     Tu perchè rimiravi il mio tormento.


II


Poichè salisti, ove ogni mente aspira,
     Donna, in me col mio duolo mi contento:
     Anzi più forsennato in me non entro,
     Che cercandoti ancor l’Alma delira.
5Ben di lassù, come il mio cor sospira,
     Senza chinar lo sguardo, il vedi dentro
     A quell’immenso indivisibil centro,
     Intorno a cui l’Eternità si gira.
Ma perchè di quell’Alme in Dio beate
    10Affetto uman non può turbar la pace,