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Per dar crudele alla mia Nave assalto.
5Sicch’or nel fondo, or sul confin più alto
Prova nemico il Ciel, l’onde rubelle,
Mentre Orion fra l’adirate stelle
Folgora, e tuona, e rota il brando in alto.
E che sarà di te, misera Nave?
10Gitta in Mar, gitta in Mar l’inutil carco,
Delle merci del suolo, onde sei grave.
Chiara stella talor sul fatal varco
N’aggiunge, e quando uom più dispera, e pave,
Iri spiegar suol fra le nubi l’Arco.
XVII
Rivolto al Mar, che del suo molle vetro
Fa specchio ad Etna, e ’l piè le inalga e ingionca,
Il gran Re dei Ciclopi, a cui la tronca
Arbor già d’alta nave è verga e scettro;
5Dopo un sospir, che fe’ restare indietro
Il rauco suon della cerulea conca,
In sull’uscir della natìa spelonca,
Così tonò con formidabil metro:
Se non fia, ch’oggi al pianto mio risponda
10L’ingrata Galatea, per doglia insano
Seguiterolla, ancor che in Mar s’asconda.
Disse, e la voce rimbombò lontano,
Mormorar l’aure, intorbidossi l’onda,
E fuggir le Nereidi all’Oceàno.
XVIII1
Fatto Signor dell’Isola guerriera,
Che su gl’occhi di Libia alza le Croci,
Regna, o buon Marco, e a i Cavalier feroci,
Fra cui Campion pugnasti, or Duce impera.
5Dalle tue geste illustri Italia spera
Conforto al duol di sue vicende atroci,
Siena s’allegra, e n’alza al Ciel le voci,
- ↑ All Emin. gran Maestro di Malta Frà Marco Zondadari.