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Che in Ciel giurasti, o l’ira antica lasci:
5Poichè il suo piede in van circondi e fasci,
E perdi tutti i pensier folli e ingordi,
Torna agli abissi: ivi di sangue lordi
Sazia i tuoi lumi e di dolor ti passi:
Ivi, quanto ti piace, al Re superno
10Fa guerra: ivi Colui che Morte estinse
E la tua, prendi alta Avversaria a scherno.
Vattene; acchè pugnar, se ti respinse
Sin dal principio col gran Parto eterno,
E una volta per sempre ella ti vinse?
XXIII1
Se fiammeggiare il Sole e l’auree stelle,
O fiorir veggio il verde suolo aprico,
Maravigliando a me medesimo dico:
Maria fu la cagion d’opre sì belle.
5Per lei dal Nulla queste cose e quelle
Trasse il superno Facitore antico:
E a lei, che il concepì nel sen pudico,
Le soggettò, come a reina ancelle.
Nè valse al folle angue superbo opporse,
10Per divorare, il Parto suo giocondo,
E por l’eterno alto decreto in forse:
Che adombrata dal sommo Amor fecondo
Vittoriosa a gran Donna sorse:
E il Mondo per lei nacque, e Dio nel Mondo.
XXIV2
Adam di dolce pianto asperso e molle,
Ed io, com’uom ch’alto prodigio vede,
Miriam la Bella, ch’ogni Bella eccede,
E nostra al sommo umìl Natura estolle:
5Nell’aureo crin ch’al Sol la gloria tolle,
E ne’ begli occhi tal virtù possiede,
Che trae dall’alto dell’empirea sede