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5Cinto quindi nel Ciel da tanti, e tanti
     Illustri pregi, onde ten givi adorno,
     Passavi in terra al nobil tuo soggiorno
     Col merto a lato, e la virtude avanti.
E mentre il passo da quell’alte cime
     10Volgevi, dove il tuo gran Padre ha sede,
     Io ti seguìa col guardo, e colle rime.
Ti veggio pur, dicea, regale Erede
     De’ Regni aviti, e del valor subline;
     Ponesti pur nel basso Mondo il piede.


III1


Qual sia di noi gente più chiara al Mondo,
     E qual più lieto avventuroso stuolo,
     Or che diffondi in sul Parrasio stuolo
     Un sì fulgido raggio, e sì giocondo?
5Veggiam, Signore, il vasto tuo profondo
     Saper, che illustra e l’uno e l’altro Polo,
     E il sovrano consiglio in terra solo
     Sostenitor del glorioso pondo;
E in vederti fra noi di tanti adorno
     10Pregi d’alma virtù, che al Ciel ne guida,
     Gioisce il nostro pastoral soggiorno.
Quinci è mercè di tua gran scorta e fida,
     Insolito d’onor sereno giorno
     Se alle nostre Foreste avvien che arrida.


IV


Nell’arenosa region Numida
     Le armate in traccia barbaresche torme
     Dell’Orige silvestre osservan l’orme2
     E stendon l’ampie reti ov’egli annida.
5Di sua cotanto ferità confida

  1. Coronale alla Santità di Nostro Sig. Papa Clemente XI.
  2. Isaia al cap. 51. v. 20, Filii tui dormierunt in capite omnium viarum, sicut orix illaqueatus.