![]() |
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. | ![]() |
129 |
5Cinto quindi nel Ciel da tanti, e tanti
Illustri pregi, onde ten givi adorno,
Passavi in terra al nobil tuo soggiorno
Col merto a lato, e la virtude avanti.
E mentre il passo da quell’alte cime
10Volgevi, dove il tuo gran Padre ha sede,
Io ti seguìa col guardo, e colle rime.
Ti veggio pur, dicea, regale Erede
De’ Regni aviti, e del valor subline;
Ponesti pur nel basso Mondo il piede.
III1
Qual sia di noi gente più chiara al Mondo,
E qual più lieto avventuroso stuolo,
Or che diffondi in sul Parrasio stuolo
Un sì fulgido raggio, e sì giocondo?
5Veggiam, Signore, il vasto tuo profondo
Saper, che illustra e l’uno e l’altro Polo,
E il sovrano consiglio in terra solo
Sostenitor del glorioso pondo;
E in vederti fra noi di tanti adorno
10Pregi d’alma virtù, che al Ciel ne guida,
Gioisce il nostro pastoral soggiorno.
Quinci è mercè di tua gran scorta e fida,
Insolito d’onor sereno giorno
Se alle nostre Foreste avvien che arrida.
IV
Nell’arenosa region Numida
Le armate in traccia barbaresche torme
Dell’Orige silvestre osservan l’orme2
E stendon l’ampie reti ov’egli annida.
5Di sua cotanto ferità confida
- ↑ Coronale alla Santità di Nostro Sig. Papa Clemente XI.
- ↑ Isaia al cap. 51. v. 20, Filii tui dormierunt in capite omnium viarum, sicut orix illaqueatus.