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     Veste sue foglie di più bel colore;
O qual sul nostro lucido Orizzonte
     Spunta l’Aurora. Ah! Che l’Aurora, e il fior
     Non ponno star della mia Bella a fronte.


X


Questa, mi disse Amore, è la catena,
     Onde sarai miseramente avvinto,
     Finchè l’alma abbandoni il corpo estinto,
     Di te stesso, e d’altrui favola, e scena.
5Io tacqui allor, non perchè ardire, o lena
     Mancasse in me, benchè di ferri cinto;
     Ma come innanzi al vincitore il vinto,
     Cui più timor, che riverenza affrena.
Poscia mordendo l’aspre mie ritorte,
     10Se in libertà tornava un dì, giurai,
     Pria che ad Amor, correre in braccio a Morte.
Udì Filli i miei voti, e i duo bei rai
     Ver me rivolse; ahi cruda vista, ahi sorte!
     Il nodo allor, che mi stringea, baciai.


XI1


Questo, che vedi in rozzi panni involto,
     Alessi, è quel, che sospirato tanto
     Fu da’ Profeti, e che in sul mesto volto
     Terger doveva ad Israello il pianto.
5Deh! mira come in vil presepe accolto
     Giace negletto quel temuto e santo
     Nume, che l’armi alla vendetta ha tolto,
     Vestendo il fragil nostro umìle ammanto.
La sua Pietà mill’altri modi avea
     10Di riparar l’antico nostro errore,
     E bastava il pensier, ch’ei ne prendea.
Ma nò. Se stesso diè l’alto Fattore:
     Che in ciò far volle quel, che far potea
     L’onnipotenza del suo eterno amore.

  1. Per il santissimo Natale.