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VIII1
Vasta quercia nodoso, o antico pino,
Che piogge e venti lunga età sostenne,
Se diroccat’ al fin a cader venne
Dal soffiar d’Aquilone e di Garbino
5Tosto veggiam fuor dello scoglio alpino
A diramarlo, poichè il caso avvenne,
Da ciascun lato uscir colla bipenne
Gli alpestri abitator dell’Apennino.
Tal, poichè cadde il vasto antico impero,
10Corse l’Europa alle rapine, e corse
L’Africa e l’Asia, e in mille parti il fero.
Ma torneranno al fine a ricomporse
Le gran membra divise in man di Piero,
Chè a far del Mondo un sol’ ovil già sorse.
IX2
Italia, Italia, il flagellar non odi
De’ barbarici remi alla marina?
Non vedi il vincitor, che s’avvicina,
Coll’armi no, di servitù coi nodi?
5Non senti alfin con quai superbi modi,
Sprona i suoi duci a far di te rapina?
E gli assicura della tua rovina,
Ch’inulta è ancor Gerusalemme e Rodi?
Or con qual volto misera dolente
10Ti volgerai nel caso acerbo e tristo,
Chiedendo aiuto al tuo Signor possente,
Se nell’ozio tuo lungo alcun acquisto
Far non sapesti, nè ti cadde in mente
Il gran sepolcro liberar di Cristo?
X
Se Pastorello innamorato scriva
Duo cari nomi, e un bel verso d’amore