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Cerco lo scampo, e ancor non lo discerno.
Mi dice Amore: un dì potrai sperare.
Ma intanto i miei sospir con giro alterno
Vengono, e van, come va il Ronco al Mare.
II1
Morte non più: dall’arco tuo fatale
Restò colpito un volto il più perfetto.
Non feristi giammai più nobil petto,
Or che dal Mondo hai tolta Alma reale.
5Morta è colei, che non parea mortale,
Poichè da’ lumi angelico intelletto
Traspariva così, che umano affetto
Non era premio a sue virtudi eguale.
Come presto la miro infra le stelle,
10Or che il gran varco a sua bell’Alma aperse
Colpo inuman, ch’ogni gran pianta svelle!
Degl’occhi il pianto in sangue si converse,
Così fiero è il mio duolo, Anime belle,
Il Cielorevide colpo, e lo sofferse?
III2
Mentre al riflesso de’ tuoi lumi ardea,
Filli tanto crudel quanto vezzosa,
Come a fior di beltade ape ingegnosa
Al tuo bell’ostro ad or ad or scendea,
5E mentre il cor di gioia si pascea,
Come di brina la vermiglia rosa,
E fra dolci ripulse ognor ritrosa
L’ira tua col mio amor guerra facea;
Chiamommi Amor sdegnato, e disse: io voglio
10Punirla di costei cruda fierezza,
E quel superbo, e dispettoso orgoglio.
Di morte è rea: mora chi Amor non prezza;
Quest’è il Decreto, e scritto è dal mio soglio
Tu lo porta a colei, che ti disprezza.