Pagina:Zappi, Maratti - Rime I.pdf/151


103

     Cerco lo scampo, e ancor non lo discerno.
Mi dice Amore: un dì potrai sperare.
     Ma intanto i miei sospir con giro alterno
     Vengono, e van, come va il Ronco al Mare.


II1


Morte non più: dall’arco tuo fatale
     Restò colpito un volto il più perfetto.
     Non feristi giammai più nobil petto,
     Or che dal Mondo hai tolta Alma reale.
5Morta è colei, che non parea mortale,
     Poichè da’ lumi angelico intelletto
     Traspariva così, che umano affetto
     Non era premio a sue virtudi eguale.
Come presto la miro infra le stelle,
     10Or che il gran varco a sua bell’Alma aperse
     Colpo inuman, ch’ogni gran pianta svelle!
Degl’occhi il pianto in sangue si converse,
     Così fiero è il mio duolo, Anime belle,
     Il Cielorevide colpo, e lo sofferse?


III2


Mentre al riflesso de’ tuoi lumi ardea,
     Filli tanto crudel quanto vezzosa,
     Come a fior di beltade ape ingegnosa
     Al tuo bell’ostro ad or ad or scendea,
5E mentre il cor di gioia si pascea,
     Come di brina la vermiglia rosa,
     E fra dolci ripulse ognor ritrosa
     L’ira tua col mio amor guerra facea;
Chiamommi Amor sdegnato, e disse: io voglio
     10Punirla di costei cruda fierezza,
     E quel superbo, e dispettoso orgoglio.
Di morte è rea: mora chi Amor non prezza;
     Quest’è il Decreto, e scritto è dal mio soglio
     Tu lo porta a colei, che ti disprezza.

  1. In morte della Duchessa di Bracciano.
  2. Citazione d’Amore a sentenza.