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Ond’ei con lume sì soave, e santo
Chiaro divenga, e più gradito al mondo;
5Forse che allor fatto da te facondo
Anch’io dirò di tue virtudi il vanto,
E qual pena soffrir ne fe’ quel pianto,
Di tua rara umiltà segno profondo.
Quindi i bei pregi tuoi raccolti insieme,
10Se avvien, ch’a’ voti miei fortuna arrida,
Del mare andran sino all’arene estreme.
Tanto speriam, Signor, benigna guida
Offrendo il tuo gran nome all’alta speme:
Odi qual per noi parla, e qual n’affida.
CARLO IRENEO BRASAVOLI
I
Non la corona, che la fronte allaccia,
Non la ferita, che gli squarcia il petto,
Non le percosse, e non l’afflitto aspetto
Della sparuta sanguinosa faccia
5Io guardo sol: guardo le aperte braccia
Del mio Signore, e n’ho gioja e diletto:
Tal scuopre il Padre l’amoroso affetto,
Quando il figlio a lui torna e il figlio abbraccia,
Io così, che finor da lui fuggendo
10Per sentier ciechi andai, dopo error lungo
Alle sue braccia pure alfin mi rendo;
Ma non ancora al caro amplesso io giungo,
Perchè all’antiche nuove colpe unendo,
A i primi chiodi nuovi chiodi aggiungo.
II
S’egli è mai ver, che per vie cupe e ascose
Passando al mar s’incontrin l’acque e i fiumi,
E le sembianze vestano, e i costumi
Di tante oblique lor vene arenose: