![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
64 |
E allor, ch’io giunga in parte a dirne il vero,
Ben quanti Apollo ad alte imprese elesse
Per questo sol vincer di fama io spero.
IV1
Forse dirammi alcun: tu, che de’ vanti
Altrui sovente usi spiegar le lodi,
E perchè mai di onesto onor de’ Prodi
Le famose talora opre non canti?
5Nè sa quell’un, che in celebrando i tanti
Suoi merti invano ognor la lingua io snodi;
L’ingegno è corto, poca l’arte, i nodi
Mancano tutti al gran soggetto innanti.
Che se gli alti suoi fregi io co’ miei carmi
10Spiegar potessi, oh come, oh quanto avrei
A goder di me stessa, ed a vantarmi.
Poichè so ben, che fama allor torrei
A Chi cantò d’Ilio e di Grecia l’armi,
E so, che in ciò m’han fede uomini e Dei.
PIETRO ANTONIO BERNARDONI
I2
Al rozzo stato suo volgendo il ciglio
Quel dì, che assiso in Vatican ti scorse,
Stette pensosa, e fu l’Arcadia in forse
Se chiamarti dovea Signore, o figlio.
5Ma nel grave per lei d’errar periglio
Una voce d’Italia a lei soccorse,
Oqde sicura in un balen risorse
Da quet, dove giacea dubbio consiglio.