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FRANCESCO BERETTA.
Già misuro anelante i spazj immensi,
Per dove il volo, o mia Nicea, spiegasti;
Sien questi versi miei gl’ultimi incensi,
La mia morte ti siegua ove n’andasti.
5Ma tu rispondi: O misero, che pensi
Correr dietro a quel fral, che tanto amasti?
Questo è il Ciel; qui non hanno ingresso i sensi,
Nè il tuo amor saggio è una ragion, che basti.
Amami d’altro amor, che non sia vano;
10Troppo mi duol, che nel sentier, che tieni,
Più che cammini, e più sarai lontano.
Ama i bei raggi in me di gaudio pieni,
Ama la bella patria, ama la mano,
Che ti stendo a venir; ama, e poi vieni.
LUIGIA BERGALLI.
I1
Se rivolgo il pensiero al non bugiardo
Chiaro suono, onde fama a noi vi mostra,
Gran donna, siete tal, che all’età nostra
Solo forse per voi, s’avrà riguardo.
5Quindi, se bene ardita all’altrui sguardo
Degl’incolti miei carmi osai far mostra;
Or che spiego il mio canto all’alta vostra
Mente già di rossore avvampo ed ardo.
Nè per senno maggior di porlo in bando
10Spero; che non avrò da lui men guerra
Me stessa, e questi verdi anni mutando;
- ↑ A sua altezza Sereniss. la Princip. Violante di Toscana.