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Tu non sai che cosa significhi il dominio che ora terrò sul deserto. Principi e commercianti mi pagheranno innumerevoli tributi. Sì, per la spada di Salomone, Cesare stesso dovrà piegarsi innanzi a me! E tu non vuoi nulla — nulla?» —

E Ben Hur rispondeva:

— «No, sceicco; non sono io forse amato da te e non ho il tuo aiuto? L’incremento della tua potenza potrà servire al Re che verrà. Chi può dire che non ti fu concessa a questo scopo? Nell’opera ch’io intraprendo avrò bisogno di te. Rifiutando oggi, potrò chiedere più apertamente in seguito.» —

Mentre essi disputavano con tanta vivacità arrivarono due messaggeri — Malluch ed uno sconosciuto. Il primo ebbe naturalmente la precedenza. Dopo aver nuovamente espresso la sua gioia per gli eventi della giornata, venne allo scopo della sua visita.

— «Simonide mi manda a dirvi, che, terminati i giuochi, alcuni Romani si affrettarono a reclamare contro il pagamento del premio.» —

Ilderim balzò in piedi, gridando colla sua voce più acuta.

— «Per la potenza di Dio, l’Oriente deciderà se la corsa fu lealmente guadagnata!» —

— «No, buon sceicco,» — disse Malluch — «Il direttore ha pagato.» —

— «Sta bene.» —

— «Quando dissero che Ben Hur urtò la ruota di Messala, il direttore rise e rammentò loro la sferzata ricevuta dagli Arabi in principio della corsa.» —

— «E l’Ateniese?» —

— «E’ morto.» —

— «Morto!» — esclamò Ben Hur.

— «Morto!» — ripetè Ilderim. — «Solo quei mostri Romani hanno tutte le fortune. Messala scampò.» —

— «Scampò, — sì, o sceicco, con la vita; ma essa gli sarà di peso. I medici dicono che vivrà, ma che non potrà mai più camminare.» —

Ben Hur alzò gli occhi al cielo, in silenzio. Ebbe la visione di Messala, inchiodato alla sua sedia come Simonide, e come lui portato in giro sopra le spalle degli schiavi. L’infermità dei buoni è facile a sopportarsi; ma che sarebbe di costui col suo orgoglio e la sua ambizione?

— «Simonide vi fa sapere inoltre» — continuò Mal-