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Cavallo e cavaliere. | 61 |
dei più conosciuti frequentatori del turf della Germania, ispettore della cavalleria prussiana, il Generale Rosenberg; e sta ad indicare quale influenza possa esercitare l’allenamento sul cavallo. Con l’esercizio preparatorio fatto con gradazione e giusto criterio, si arriva a fargli acquistare una forza, un’agilità, che prima non aveva, ed a renderlo atto a sopportare fatiche che altrimenti l’avrebbero rovinato. Scopo dell’allenamento è di sviluppare i muscoli del cavallo e di liberare questi ed i polmoni dall’adipe che li circonda, rendendo così l’animale capace di percorrere velocemente una grande distanza senza che gli venga meno il respiro, e senza rallentare l’andatura. L’esperienza tenderebbe a dimostrare che non occorrono meno di 3 mesi per allenare un cavallo.
108. Un cavallo è ben cattivo se non può portar la sella.
Alle volte però il non voler portar la sella non dipende tanto da cattiveria quanto da mala conformazione e debolezza di reni. Per sottrarsi al dolore che soffre, il cavallo s’imbizzarrisce, e pare diventato cattivo. Lo stesso, cavallo adoperato al tiro, renderá invece degli ottimi servizi.
109. Un nobile può lavorar colle sue mani senza arrossire, in tre circostanze: per il suo cavallo, per suo padre, pel suo ospite.
È un proverbio arabo che trova il suo corrispondente giá citato: Chi striglia la propria cavalla non è mozzo di stalla.
110. Voglio più presto un asino che mi