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386 | annie vivanti |
— Allora come avete vissuto? — chiese Aldo.
— Ho preso dei denari a prestito, — diss’ella con occhi di collera e di sfida. — Tanti denari, che renderò quando potrò.
— A chi? — chiese Aldo, aggrottando le ciglia.
Nancy non rispose.
— Puoi ripagarli subito, — diss’egli col viso cupo.
E non parlò più. La frivola pendola sul caminetto suonò le quattro con tintinnante cariglionetta.
— Dov’è la bambina? — chiese Aldo a bassa voce.
— È uscita. — Il viso di Nancy si fece duro come la pietra. — Non voglio che tu la veda. Non voglio che sia turbata e agitata.
— Nancy! — esclamò Aldo, e il suo viso si scolorò; — io devo vederla. Tu non puoi vietarmelo! Nancy, non sarai così spietata! Da più di sei anni mi struggo giorno e notte pensando a lei. Non ho sognato altro, non ho desiderato altro che rivederla! Ogni notte sono stato sveglio delle ore e delle ore pensando a questo incontro. Mi dicevo: quando sarò ricco, quando sarò libero — Nancy fremette e rabbrividì — andrò a cercarle... Le troverò povere, derelitte, in lotta colle necessità dell’esistenza... E allora arriverò... nella meschina strada dove esse stanno... arriverò in una carrozza a due cavalli, due bei cavalli bianchi che piaceranno ad Anne-Marie... — gli occhi di Aldo erano pieni di lagrime, ma Nancy lo guardava fredda, attonita, quasi non potendo credere a tanta puerile incoscienza. — E allora... — la voce di Aldo si ruppe in un singulto — pensavo: guarderanno dalla finestra e mi vedranno... E io allora dirò: Sono venuto a portarvi via!... via dalla povertà, dalla miseria, dalla solitudine... a portarvi via per sempre con me!
Aldo si coprì il volto colle mani, e le lagrime piovvero sull’anello di brillanti.