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i divoratori | 383 |
vestaglia. Egli fece un altro passo verso di lei, sempre con le braccia tese. Allora Nancy avanzò una mano diffidente che suo marito afferrò e strinse tra le sue. Sul dito mignolo di Aldo brillava un anello di brillanti.
Egli chinò il lucido capo nero sulla fredda manina di Nancy, e la baciò.
— Sia ringraziato Iddio! — mormorò, e si abbandonò sopra una seggiola.
Nancy si domandò confusamente per che cosa egli ringraziasse Iddio. Veramente neppur Aldo lo sapeva esattamente; ma gli pareva una frase appropriata alla situazione; e d’altronde non ne aveva altra di pronta.
Vi fu un imbarazzante silenzio. Aldo lo ruppe:
— Nancy! sono ritornato!
Nancy disse:
— Sì.
E i suoi pensieri si aggirarono sconnessi intorno alla sua barba e al suo anello di brillanti.
— In tutto questo tempo cosa avrai pensato di me? Chi sa quali crudeli pensieri hai avuto!
No. Nancy non aveva avuto dei crudeli pensieri.
— Ed ora non mi ami più!
Nancy lo guardò con espressione smarrita, e sorrise, senza quasi sapere perchè.
Aldo non volle accorgersi del sorriso; e disse:
— Nancy! Nancy! Non potrai mai perdonarmi?
— Ma sì, ti perdono, — disse Nancy, e sorrise ancora.
Le pareva di sognare. Le pareva una cosa strana e comica che questo signore colla barba quadrata e l’occhialetto ciondolante fosse qui a domandarle perdono e a parlarle d’amore. Nulla in lui le pareva menomamente noto familiare. I suoi capelli, che prima soleva portare divisi in mezzo, ora erano spazzolati indietro dalla fronte e ondeggiavano lisci e lucidi in una gran massa nera; la sua